Di cosa muore un amore? Dean e Cindy cercano di capirlo in una stanza d\’albergo (a disposizione: Rifugio di Cupido o Camera dell\’Infinito) in cui la loro intimità è solo un ostinato ricordo, come il loro incontro per strada, nel gelo: lui che suona un chitarrino, lei che si esibisce in un tip tap canterino elencando i nomi dei presidenti americani. Il sesso può sembrare una soluzione, ma è solo abitudine caricata di frustrazione. E a casa c\’è una bambina che aspetta, un nonno che vede lungo, un\’amata cagna da seppellire… Stili di ripresa diversi per i ricordi passati e i dolori presenti, tono in abile bilico tra malinconia e inevitabile destino, una brutta barzelletta per scacciare l\’imbarazzo, un tocco di grazia, nessuna pietà per la passione che sfiorisce, un finale che commuove. Si può discutere su quanto giovi la barbetta a Ryan Gosling, ma le sue metamorfosi (stempiate) nel tempo sono da applausi. Michelle Williams gonfia i primi piani di sorrisi e lacrime. Mai visti tanti abbracci in un film. Mai provata tanta voglia di abbracciarne uno. Da noi arriva in ritardo di tre anni e mal distribuito. Arpionatelo voi.
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