Af(fresco?) della famiglia italiana dei tempi moderni con la nostalgia di quella dei tempi andati (ma è davvero mai esistita?). Genovese mette insieme una compagnia di attori, che recita la parte della compagnia di attori, ben assortita (a proposito di Natale, Ferrero docet) per i vizi antidepressivi del capofamiglia Uomo delle stelle Castellitto che, tra una risata, un panettone e un brindisi, ti obbliga a Non ti muovere (dalla poltrona) con quelle esplosioni di rabbia che farebbero riflettere pure i soliti idioti dell\’altra sala. Surreale ma attualissimo ritratto di una società arrivata al capolinea, che si attacca ai simboli (Natale e affini) per conservare un minimo di normalità. Simboli, come i regali dati a Leone – di nome e di fatto – Castellitto post-sbroccata in chiesa. Tutti recitano e soffrono tra showdown amorosi e manie di protagonismo attoriali alla tavola imbandita della vita (più o meno) vera. Loro recitano. Almeno loro lo sanno.
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