Pensavo peggio, invece funziona la lotta ai finti fenomeni extrasensoriali della prof Sigourney Weaver, agnostica per intelletto e per dolore, capace di riconoscere puntualmente gli indizi (le red lights del titolo) di ectoplasmi truffaldini in splendida cornice color Ontario. Funziona un po\’ meno (ma funziona e funzionerebbe meglio se il finale fosse più palese e luciferino) quella tra il suo assistente, il fisico Cillian Murphy e il magnetico e strapagato cialtrone piegametalli Robert De Niro: cieco per esigenze di copione e – metaforicamente – tronfio oblio dell\’attore che è stato. Non occorre un medium per capire perché lei a un certo punto debba sparire dalla scena, ma meglio non spoilerare oltre il livido thriller nero che il bravo regista di “Buried” (tutto girato in una tomba in Medio Oriente) imbastisce con qualche caduta di stile e molta sana volontà d\’intrattenimento da ghostbuster d\’alto bordo (con un pizzico di “Unbreakable” e “The Prestige”).
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