Non recensibile perché Kerouac (in senso ampio, in senso epocale) è morto, sepolto, e ora pure mummificato (in forma patinata, la peggiore) per mano di un regista sopravvalutato fin da quando cavalcò melodrammi brasiliani o la bicicletta del Che (per quanto Soderbergh abbia fatto assai peggio). Dopo 12 minuti dei 124 squisitamente previsti è tutto chiaro, ovvero sbagliato: l\’anarchia amputata, la morale sganciata dalle raffigurazioni psicologiche (dovrebbe essere l\’inverso), la Beat Generation per riempirsi la bocca, un cast non on the road ma a spasso. Bronci da ninfette e slanci da ninfetti al posto di ribellioni infette. Alla larga.
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