Il solo cinema italiano che sembra resiste negli incassi è quello che va a sedersi sui banchi di scuola. Stavolta il merito è dell\’asciutta sensibilità narrativa di Giuseppe Piccioni, della preside severa (ma non troppo) interpretata da Margherita Buy, dal supplente idealista coi riccioli di Scamarcio e da un insegnante che la professione ha deluso e spolpato sino al cinismo: Roberto Herlitzka, all\’ennesima trasformazione attoriale senza che ne risenta l\’eccellenza. Nulla di memorabile, ma anche nulla di sgradevole nell\’uso degli stereotipi. Qualche sentimento, niente sentimentalismi e nessun giudizio: il registro della trama lascia che a scriverle sia il pubblico.
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