Dov’è finito l’affascinante artistoide egocentrico che ammaliò la protagonista dagli occhi sempre in debito di sonno? La morettina di Dawson’s Creek (Katie Holmes) ed il biondino di Queer as Folk (Charlie Hunman), diretti dallo sceneggiatore di Traffic (Stephen Gaghan, uno che ha il vizio del gotico), navigano in acque torbide (sparizioni al campus dei genietti, traumi da abbandono paterno, un poliziotto in demolizione, la chimica appresa in pillole, il carrierismo come deriva dello spirito) per strappare all’estetica da telefilm un thriller sulle cui sorprese è fin troppo facile giocare d’anticipo.
Ma dopo aver letto che l’ultimo Argento farebbe paura, ci aspettiamo di tutto: anche che qualcuno cada qui vittima di atmosfere troppo dense di psicanalisi e zolfo di maniera per riuscire davvero a mordere quando è il momento del panico in biblioteca.
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