Non (da me) recensibile perché r i t e n g o il lavoro di Sergio Castellitto come regista degno di rispetto: ha mestiere, sbaglia toni ma ha gola. Mentre i best seller della sua signora (e a cui lui si applica sciaguratamente come sceneggiatore) s o n o oggettivamente intollerabili: una overdose di scene madri e figli agognati, guerra e pace (dei sensi e delle macerie), sentimentalismi nei simboli e nei dialoghi, appelli al destino costretto melodrammaticamente a presentarsi a obliterare ad ogni capitolo del libro di Margaret Mazzantini. Stupri in scena e allo spettatore, Sarajevo bellica e bella fotografia, capriccio melò elefantiaco, molto rumore che si crede letteratura, riferimenti cinematografici stonati. Pénelope Cruz a livello Magnani, come in “Non ti muovere”, Emile Hirsch faccia giusta. Tutto il resto non è noia ma fatica.
