Un regista di prestigio può molto, anche perdere la magia (The prestige, per la precisione) e nasconderne la mancanza dietro un costante (e)ruttare di eventi e dialoghi ridondanti a vuoto. Riuscirà comunque a far credere a qualche recensore (Natalia Aspesi per la precisione) che è stato nobile nel non cedere al 3D. Peccato abbia offerto il fianco, l\’orecchio, l\’occhio, le narici e ogni altro orifizio a tutti i cliché del nefasto genere \’film di supereroi\’ che può incassare quanto cavolo gli pare, ma resta – anzi ormai si staglia fulgido – come un sottogenere a spartito scontato. Per non parlare – sebbene le trame non parlino d\’altro – dell\’abuso di effetti speciali che ormai hanno cancellato le caratteristiche dei protagonisti: che Spider-Man abbia i superpoteri e Batman no, neppure te ne accorgi più, tante sono le fantascienze improbabili in campo (per quelle impossibili abbiamo ben più alto rispetto, Oscar Wilde docet): effetti collaterali cancellati dagli effetti speciali. Lontano anni luce dagli anni dark di Tim Burton, Nolan appiattisce Gotham City su Manhattan e scolpisce un eroe nero (non è difficile) intriso di cupi rimorsi altruisti e squarciato da lampi di luce quando anela alla libertà (con consueta pippa zen) o cavalca la bomba atomica con posa inesplosa (ops, spoiler… MA I FILM FATTI DI CLICHE\’ NON POSSONO ESSERE SPOILERATI ESSENDO ESSI STESSI LA NEGAZIONE DELL\’IMPREVEDIBILITA\’). Chi vuole sorprese si rivolga – come forse direbbero Walter Siti e Carmelo Bene (che qui sembra doppiare Batman) a coloro che sparano sugli spettatori e sui loro figlioli: gente che supereroi cerca e supereroi trova, e trova gli unici possibili fuor di fumetto (e anche dentro): gli skizzati senza un preservativo di autocoscienza a contenerli. Piace Anne Catwoman Hathaway; Gary Oldman sembra sempre Mastro Ciliegia; Cillian Murphy gli si accompagna come il giudice di Pinocchio; Marillon Cotillard seppe morire alla grande come Edith Piaf ma non qui (SPOILER e amen, vedi sopra); Joseph Gordin-Levitt ha cascate di buona coscienza; Michael Alfred Caine e Morgan Lucius Freeman fanno sì che l\’indebitata magione rimanga villa arzilla. Christian Bale e Tom Hardy se le suonano a turno in una sinfonia muscolare di siderale banalità alternata. Durata extralarge con (pretestuosi?) discorsi politici da Dottor Zivago. Un antieroe che alla fine ci restava secco in tram. Tutto il contrario di questa (inde)fessa sequela di supereroi instancabili, immortali nei fanta-elicotteri. E più numerosi degli insetti molesti. Tra le decine di seguiti in cantiere non manca giustappunto tale Uomo Formica, del quale mi onoro di non sapere un beato cacchio di nulla. Degli altri vorrei tanto essere più ignorante assai, e da oggi in poi mi ci cine-impegno pure.