Real Stories
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Ogni stroncatura non è che un atto di amore tradito
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LOL – PAZZA DEL MIO MIGLIORE AMICO

Si torna a scuola e si raccontano o ritrovano amori, come ai tempi di “Grease”. Ma siamo nell\’era di Facebook e le rabbiose separazioni liceali vengono subito segnalate da cambi di status on line: si ritorna single, si retrocede un fidanzato a ex, ci si accorge di aver trovato un nuovo amore sotto il ciuffo di un amico canterino (Douglas Booth, futuro idolo per teenager; fattezze delicate che dopo questo film ha interpretato un Romeo che piacerebbe a Zeffirelli). L\’ex Hannah Montana Miley Cyrus fa dannare invano il proprio cuoricino biondo e quello di mamma Demi Moore, l\’abbagliante mora Ashley Greene (sorella del vampiro di “Twilight)” la surclassa in ogni inquadratura.

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C\’ERA UNA VOLTA IN ANATOLIA

Tre auto viaggiano nella notte tra le colline turche. Gli occupanti cercano un corpo, guidati da colui che l\’ha seppellito. Ma non si pensi a un poliziesco, neppure anomalo. E\’ un percorso rarefatto, anzi un non-percorso, come nello stile del regista Nuri Bilge Ceylan, adorato ai festival, spesso mal digerito dalle platee (e con discreto vigore da chi scrive). Riservato agli amatori dei profondi vagabondaggi d\’Autore. Quelli che forse hanno capito che Itaca non è un\’isola, ma il viaggio che vi conduce. Ma poi si perdono in (rag)giri fumosi fini a se stessi con titolo scippato al Re Leone.

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UN ANNO DA LEONI

Una singolare gara tra avvistatori di uccelli si trasforma in momento di riscatto per uomini incapaci di spiccare il volo nelle rispettive esistenze. Avventure sgangherate che richiamano le \’notti da leoni\’ a Las Vegas, a cui il titolo italiano fa il verso. Guai in elicottero, sugli sci, sull\’acqua e sotto la tormenta per un nobile cast: Steve Martin, Owen Wilson, Jack Black (e Anjelica Huston), tutti attori che eccellono nel comico demenziale d\’autore. Infatti dirige il regista de “Il diavolo veste Prada” e dell\’azzeccato film cinofilo “Io & Marley”. Qui niente lucciconi animalisti, i pennuti sono solo il pretesto per far decollare il divertimento.

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PINA 3D

Nell\’energia ipnotica dell\’amica Pina Bausch, Wim Wenders trova la fiamma che da anni manca al suo cinema. Passi di danza, brani di interviste, coreografie in scena e dello spirito. Ogni immagine trasmette sensazioni vibranti, persino i silenzi. Un\’opera destinata a non invecchiare, da comprare in dvd e tenere in casa, presso di sé, ad impreziosire il proprio bagaglio visivo ed umano.

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COSMPOLIS

L\’esatto contrario: l\’economia come sfondo tumultuoso ma oscuro per il viaggio attraverso Manhattan del giovane Eric Parker che deve raggiungere il parrucchiere in limousine. Dal best seller di De Lillo, con la regia di Cronenberg e l\’ingombrante presenza di Robert Pattinson post-Twilight. Il film che è obbligatorio avere visto. Soprattutto per poterne parlare male (o per difenderlo impavidi).

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MEDIANERAS

Nelle gabbie di cemento di Buenos Aires (il titolo indica le pareti comuni) nidificano un web designer la cui vita è totalmente virtuale e una architetto che si occupa solo di vetrine e manichini. Sono simili e vicini, i loro percorsi e i loro destini si intrecciano di continuo, condividono depressioni e commozioni, eppure sono lontanissimi, frustrati e soli. Non risuona la sublime \’musica del caso\’ di Kieslowski o di Paul Auster, ma un un regista esordiente, ricco di ottime idee scenografiche, sa raccontare lo smarrimento e la tentazione di esistere dei protagonisti. Tra grattacieli ed esistenze bisognose di luce, brillano raggi di ironia che conducono a un romanticismo inevitabile e liberatorio. Ma genuino.

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BED TIME

Un tetro portinaio frustrato sfoga le proprie ossessioni turbando la vita di coloro che incautamente gli affidano le chiavi. La solare Clara, bella e appagata dalla vita, non se la lascia rovinare facilmente, scatenandone l\’accanimento morboso. L\’uomo entra in casa sua nottetempo, gliela riempie di scarafaggi, le mette sostanze urticanti nella crema per il viso. Poi passa all\’azione diretta sul corpo della sua vittima. Anche il regista è vittima di un\’ossessione: quella per i film girati in un condominio da incubo. Nel precedente “Rec”, una telecamera a mano scrutava tra atmosfere horror salendo di piano in pino, qui azzarda la commedia sempre più nera, andando sopra le righe pur di generare inquietudine. Ci riesce, ma passa subito.

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EL CAMPO

Scene da un matrimonio, in Argentina, con parvenze da thriller alla maniera Cronenberg (delirio del mondo), ma nellpessenza votato alla conflittuale maniera di Bergman (delirio dell\’animo). Elisa, Santiago e la loro figlioletta si trasferiscono in campagna in una casa ricca di suoni sinistri e spigoli inospitali quanto i nuovi vicini. Lei si scopre fragile e suscettibile, lui uccide una lepre gravida proprio quando la moglie gli ha appena confessato di voler essere di nuovo madre. Agiscono le pulsioni dell\’inconscio: allargare la famiglia o separarsi diventano alternative possibili. Il regista viene dal documentario, quindi gli vanno concessi vezzi d\’autore al debutto: inquadrature introspettive, tono noir, simbolismo compiaciuto, sesso esibito, dialoghi sospesi, La periferia di Buenos Aires come la Svezia di re Ingmar, un globo cine-terrestre avvolto nella psicanalisi di coppia.

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BABYCALL

L\’oggetto del titolo è il dispositivo che consente di ascoltare a distanza i rumori provenienti dalla stanza da letto dei bambini. Anna ne compra uno e sente interferenze sconvolgenti che la spingono a indagare nel proprio condominio norvegese. Ella stessa è piena di interferenze ed ossessioni: vive sotto la minaccia del padre di suo figlio (del quale però sembra non conoscere l\’età) e vede cose che accadono in realtà solo nella sua mente. Il nucleo famigliare cullato dal welfare scandinavo ne esce a pezzi, e così Noomi Rapace, abituata alle torture nei film tratti dai best seller di Stieg Larsson, ma mai così scavata da occhiaie inquietanti e scatti nervosi. Il brivido nero resta però acquattato sotto un\’algida regia nordica, in attesa del consueto remake a stelle a strisce.

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MARGIN CALL

Tutti in una notte, al capezzale dell\’economia americana al collasso: Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Demi Moore, Stanley Tucci, vecchi squali e giovani in carriera (stroncata). Un film capace di spiegare la crisi finanziaria che innesca reazioni umane a catena. Design metallico, eppure intenso. Perla rara.

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