Non è la versione maschile di “Striptease” con Demi Moore: corpi desiderabili che celano faticose avventure umane. Però ci prova tanto. Produce e interpreta il 32enne Channing Tatum, uno che sa cosa significa farsi strappare la camicia di dosso e poi fare il muratore; lavorare come modello ma sentirsi rifiutare il mutuo in banca. E\’ la star di un locale di provincia che sogna di fare il grande salto a Miami. Ha glutei e volontà di ferro. Fa da maestro a un giovane sbandato (l\’inglese Alex Pettyfer, timido e impasticcato il giusto), poi sceglie il nido offerto dalla sorella del pulcino divenuto pavone. In un film in bilico tra “Full Monty” e il musical, brillano i numeri di spogliarello. Matthew McConaughey – 10 anni più del protagonista, ma nulla da invidiare – è la vecchia volpe che sa di dover offrire una canzonaccia romantica alla platea di donne in delirio prima di restare in mutande. Assolutamente inutile la regia di Steven Soderbergh, che ancheggia attillata alla ricerca del punto G di spettatori ordinari di un film peggio che banale.
